Anche questa è una ricetta d’altri tempi, i suoi ingredienti erano facilmente reperibili da chiunque qui in montagna.
Il cavolo nero attraversa l’inverno. Spavaldo affronta le intemperie e aspetta la neve così che questa lo protegga dal freddo più rigido. Appena la neve si scioglie riappare col suo fusto duro e si arricchisce di teneri germogli e foglie primaverili.
Ecco le foglie ributtate, i germogli saranno i prossimi a diventare zuppa o parte di un’insalatina.
I fagioli, in particolare i maculati borlotti, venivano raccolti e cucinati freschi d’estate, mentre si aspettava che il baccello seccasse se si volevano tenere per l’inverno. In tutte le sue varietà, i fagioli erano considerati la bistecca dei poveri.
Ingredienti
Cavolo nero, un mazzo;
3 etti di fagioli secchi (borlotti e/o cannellini, se avanzano si possono sempre mangiare conditi con olio e sale);
farina di mais;
Salvia e rosmarino, aglio, una foglia d’alloro;
carota, sedano, cipolla, pomodoro (o un paio di cucchiai di passata)
Come si procede
Si mettono a bagno i fagioli secchi la sera prima. La loro cottura è particolarmente lunga.
Si pulisce il cavolo nero, togliendo la costa centrale e lavandolo con cura.
Si mettono a cuocere i fagioli con aglio, salvia, rosmarino e una piccola foglia d’alloro, un pizzico di sale.
Si mettono a cuocere anche le foglie di cavolo nero, leggermente salate.
Si pulisce e trita tutto l’occorrente per il leggero soffritto: carota, sedano, cipolla, salvia e rosmarino.
Si toglie il cavolo cotto dall’acqua (che teniamo da parte per aggiungerla successivamente al minestrone), si taglia a striscioline e si butta nel soffritto.
Si prendono un po’ di fagioli cannellini e un po’ di borlotti e si passano al passaverdure, si aggiungono al soffritto e al cavolo, quando necessario si aggiunge anche l’acqua del cavolo. Si continua la cottura.
Si aggiungono i fagioli interi.
Quando la minestra ha preso un buon sapore si regola il sale e si buttano alcune manciate di farina di mais. Si gira in modo deciso e si aspetta che sia cotta. Si serve in tavola aggiungendo nel piatto pepe macinato fresco e un filo di olio extra vergine d’oliva.
Se ne avanza, il giorno dopo può essere riscaldata anche in padella.
Se la farina di mais fosse stata in quantità maggiore si poteva anche… (continua…);-)
Quando torno tu mi inviti a cena allora!
Certamente!:-)
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